Perché Non Scrivi Libri Che La Gente Possa Leggere? - Nora Joyce, Al Marito -

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venerdì 4 maggio 2012

Hunger Games

Sfruttando una serie di tessere sconto e coincidenze astrali danske è riuscito ad andare al cinema al prezzo politico di soli 5€ per vedere uno dei film più chiacchierati della stagione: Hunger Games. La storia è presa da un libro di fantascienza (non pervenuto) ma che alcuni amici in sala avevano fruito con massima soddisfazione. Il film inizia coi soliti 20 minuti abbondanti di ritardo dovuti alla pubblicità di altri film e di prodotti inutili. Ma non siamo qui per fare polemica politica e questo rappresenta il primo aggancio alla storia, cioè il sottile spunto offerto dal mondo post-apocalittico della terra di Panem. L'intera storia si limita nel fare sottili, manco tanto, boutade sulle irrazionalità della situazione fantastica e sui paradossi di quel mondo senza però sviluppare un tema in particolare. Ok c'è la mietitura dei poveri ragazzi condannati alla lotta mortale, ok contano gli sponsor che ti salvano la vita, ok conta solo 'bucare lo schermo' nell'ipotetico reality. E poi? Si passa in rassegna tutto il male con una neutralità che stona con la tanta carne al fuoco. Non che danske volesse la solita opera di pedagogia ma rimane in bocca il sapore di qualcosa che non si è gustato. La storia è avvincente sebbene la prima parte del film stenta un po' a decollare; com'era prevedibile va molto meglio la fase del gioco vero e proprio ambientato nella foresta. Molto politically correct la scelta di far morire i personaggi amici dei protagonisti per mano di nemici o del destino nefasto, piuttosto che scatenare una lotta fratricida tra 'svantaggiati' buoni. Presente ovviamente il mentore che grazie al rapporto con l'eroina (intesa come femminile di eroe) risolleva la propria misera vita. Tutti elementi che comunque sono dovuti alla trama del libro e che il film riprende fedelmente, a detta di chi ha letto il romanzo. La trasposizione cinematografica, come detto sopra, indugia troppo sui particolari all'inizio del film mentre la regia si basa unicamente sulla scelta non condivisibile di evidenziare la frenesia delle lotte con una nauseante (nel senso del sintomo medico) instabilità della telecamera a mano.
Concludendo, per danske il film vale la spesa di un posto in sala e nonostante la lunghezza scorre bene, con l'eccezione dell'incipit macchinoso. Ben scelti anche i protagonisti che recitano discretamente, poi finché non lo vedo in lingua originale non posso dire di più sulle prove degli attori.
Chi decidesse di vederlo dovrebbe prima prepararsi sul tema vedendosi L'IMPLACABILE col mitico Arnold e BATTLE ROYALE di Fukasaku.


1 commento:

  1. Era meglio se andavi a vedere Hunger e basta!

    Battle royale ce l'ho!

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